La storia moderna del vino italiano,
che sbocciò nel 1970, seppe unire
la tradizione all’innovazione. Da allora,
ogni nuovo vino che nasce aggiunge
un suo contributo a questa storia.
E un ulteriore, importante capitolo
è quello che si accingono a scrivere
Nero Magis e Nero Magis Riserva.
vini / wines
Il progetto Nero Magis nasce
per applicare la visione dei Perazza del
“to be unique and universal” al vino.
Il territorio e il terreno individuati sono
quelli della zona Doc Friuli Colli Orientali,
dove le uve scelte, il Pignolo e il Merlot,
danno origine a due vini: Nero Magis
e Nero Magis Riserva.
To be unique and universal.
Così Eugenio Perazza descrive la filosofia che ispira e guida i progetti di Magis, azienda leader a livello internazionale del settore design, da lui stesso fondata nel 1976 e oggi guidata anche dal figlio Alberto e dalla nuora Barbara Minetto.
Ricordo il primo incontro con Eugenio: «Noi collaboriamo con i migliori progettisti del mondo per costruire oggetti in puro stile italiano, mirando a raggiungere un “di più” (Magis non a caso significa “di più”, in latino).
Perché non farlo anche col vino, applicando la nostra stessa visione del to be unique and universal?».
Risposi che sarebbe stato possibile.
Anzi: affascinante. Ma come tradurre l’ispirazione di Eugenio in un vino?
La storia del Friuli ci è venuta incontro. I vigneti di questa terra conservano un inestimabile patrimonio di varietà autoctone — alle quali, nel corso del tempo, si sono affiancate quelle definite internazionali — che offrono una materia prima eccellente e unica. Il punto di arrivo non poteva che essere quello di due vini che rispecchiassero l’anima di questa terra, che avessero una forte identità territoriale e che al contempo potessero trasformare in unicità e punto di forza il connubio tra le proprie radici e il palcoscenico internazionale.
Ho dedicato molti anni al recupero di uno dei vini più antichi del Friuli: il Pignolo. La sua prima attestazione documentata risale al 1398 e ora fa parte del ristretto gruppo dei rossi italiani da grande invecchiamento: nelle ottime annate regge benissimo i 30 anni. Non poteva che essere questa l’uva delle radici, il to be unique in grado di unirsi perfettamente al poliglotta e universal Merlot, presente in Friuli dal 1880. Fu così che, con la vendemmia 2014, prese forma il progetto attraverso due vini: Nero Magis, che vede tra loro uniti Merlot e Pignolo, al quale, con la vendemmia 2015, si è aggiunto il Nero Magis Riserva, da Pignolo in purezza. Due vini da una stessa idea: due vini fratelli, capaci di esprimersi su toni diversi: il primo più suadente, il secondo rigoroso, di intensa personalità e con una maggior vocazione all’invecchiamento.
La storia moderna del vino italiano, che sbocciò nel 1970, seppe unire la tradizione all’innovazione.
Da allora, ogni nuovo vino che nasce aggiunge un suo contributo a questa storia. E un ulteriore, importante capitolo è quello che si accingono a scrivere Nero Magis e Nero Magis Riserva.
Walter Filiputti
Winemaker del progetto Nero Magis